I CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM)
È provato scientificamente che i campi elettromagnetici (oltremodo quelli di origine artificiale, più intensi) interagiscono con i tessuti biologici, umani e non. L’interazione è tanto maggiore quanto più ci si trova vicini alla sorgente, e varia in ragione alla frequenza. Il principale effetto dei campi elettromagnetici sul corpo umano – in modo particolare quelli a radiofrequenza – è il riscaldamento. Infatti si attiva lo stesso principio sfruttato nei forni a microonde per riscaldare i cibi, ovvero l’agitazione delle molecole di acqua. Tuttavia i livelli di campo elettromagnetico ai quali siamo normalmente esposti, per esempio mentre guardiamo la televisione o utilizziamo il computer, sono molto inferiori ai valori richiesti per produrre un riscaldamento significativo. La legislazione italiana prevede inoltre dei limiti di esposizione che sono molto al di sotto di questi valori (detti valori soglia); se tali limiti sono rispettati nella pratica, non vi sono prove scientifiche di correre rischi per la salute.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (CEM RF) come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani: agenti per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un’insufficiente prova di cancerogenicità in animali di laboratorio.
Sono disponibili studi sull’argomento?
Sono stati compiuti numerosi studi epidemiologici e di laboratorio per valutare l’associazione tra l’esposizione ai campi magnetici e diversi tipi di tumori (per esempio leucemie, tumori cerebrali e tumori al seno). La maggior parte di questi studi non ha stabilito nessuna chiara corrispondenza tra i due fenomeni, né in ambiente domestico né di lavoro. Il modo scientifico sta studiando anche se c’è una correlazione tra insorgenza di cancro ed una esposizione a campi elettromagnetici a lungo termine. In questa situazione è necessario ricordare i risultati di recenti studi condotti con animali di laboratorio nei quali è emersa un’associazione significativa tra esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza e sviluppo di alcuni tipi di tumore.
Ci sono linee guida?
La maggior parte di queste normative nazionali sono basate sulle linee guida elaborate dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP, International Commission on Non radiation Protection). Questa organizzazione non governativa, formalmente riconosciuta dall’OMS, valuta i risultati scientifici che provengono da tutto il mondo. Sulla base di un’approfondita rassegna della letteratura, l’ICNIRP produce linee guida che raccomandano dei limiti di esposizione, linee guida vengono periodicamente riviste e, se necessario, aggiornate.
Per concludere
I campi elettromagnetici sono generati da diverse sorgenti: naturali presenti intorno a noi oppure artificiali come emessi da apparecchi di uso comune e, di conseguenza, ne siamo esposti pressoché costantemente. Nonostante le onde elettromagnetiche penetrino nel corpo umano e possano causare riscaldamento dei tessuti, i livelli a cui siamo normalmente esposti sono al momento sufficientemente bassi da non creare preoccupazione.
Sono stati pubblicati più di 25.000 articoli scientifici egli ultimi 30 anni nel settore degli effetti biologici e delle applicazioni mediche delle radiazioni non ionizzanti. Tuttavia alcuni casi abbiano la sensazione che si debbano svolgere ancora più ricerche, ma le conoscenze scientifiche in questo campo sono oggi più ampie che per la maggior parte degli agenti chimici. In ragione di una recente ed approfondita rassegna della letteratura scientifica, l’OMS ha concluso che le evidenze attuali non provano che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici abbia alcuna conseguenza sulla salute, anche se esistono comunque alcune lacune nelle conoscenze sugli effetti biologici, che richiedono ulteriori ricerche ed approfondimenti.