Compatibilità Elettromagnetica e Immunità Elettromagnetica
La Direttiva 2014/30/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, nota agli addetti ai lavori come direttiva compatibilità elettromagnetica o direttiva EMC, è relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica, e abroga la precedente direttiva 2004/108/CE.
Con il termine “Compatibilità Elettromagnetica” (dall’inglese abbreviato in EMC, ElectroMagnetic Compatibility), si definisce il settore tecnologico ed ingegneristico che studia la generazione involontaria, la propagazione e la ricezione di energia elettromagnetica che talvolta determina effetti indesiderati, ad esempio interferenze elettromagnetiche (EMI, ElectroMagnetic interference) o danni ai dispositivi soggetti.
Spesso le situazioni che generano situazioni di anomalia EMI sono dovute a carenze di integrità di segnale (Signal Integrity), ambito vasto in cui sono racchiuse varie problematiche di progetto e realizzazione circuitale legate alla propagazione dei segnali interni ad una applicazione digitale (ma non solo), come:
- integrità del singolo segnale;
- diafonia (crosstalk);
- carenze di alimentazione a determinate frequenze;
- interferenze (EMI).
In ogni caso l’emissione di interferenze
elettromagnetiche (EMI) è un capitolo ampio ed
articolato, che va ben oltre la questione dell’integrità di segnale, sebbene sia comunque ad essa strettamente legato.
L’obiettivo della compatibilità elettromagnetica tra apparecchiature è il corretto funzionamento dei diversi generi di apparati in un ambiente elettromagnetico condiviso.
La Compatibilità Elettromagnetica è normata a livello internazionale a partire dalle procedure emesse dal
CISPR (Comité international spécial des perturbations radioélectriques), una derivazione dell’IEC (International Electrotechnical Commission).