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COSA SONO LE RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA)


Le radiazioni ottiche sono tutte quelle radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 1 millimetro (mm) e 100 nanometri (nm). Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in: porzione dell’ultravioletto, porzione visibile e porzione infrarossa. L’infrarosso, ai fini della protezione delle persone, sono a loro volta suddivise in:

  1. radiazioni ultraviolette: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nm;
  2. radiazioni visibili: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 380 e 780 nm;
  3. radiazioni infrarosse: radiazioni ottiche di lunghezza d’onda compresa tra 780 nm e 1 mm.

Le sorgenti di radiazioni ottiche possono inoltre essere classificate in coerenti e non coerenti. Le prime emettono radiazioni in fase fra di loro (i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono), e sono generate da LASER, mentre le seconde emettono radiazioni sfasate e sono generate da tutte le altre sorgenti non LASER e dal Sole.

Tutte le radiazioni ottiche non generate dal Sole (radiazioni ottiche naturali) sono di origine artificiale, cioè sono generate artificialmente da apparecchiature e non dal Sole. Si tratta delle radiazioni ottiche artificiali (ROA).

Principali effetti dannosi delle ROA agli occhi e alla pelle.

La tipologia di effetti associati all’esposizione a ROA dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione incidente, mentre dall’intensità dipendono sia la possibilità che questi effetti si verifichino che la loro gravità.

Effetti sull’occhio

Gli effetti biologici prodotti dalle ROA dipendono:

  1. dalla dose assorbita che, legata anche alle proprietà filtranti delle strutture precedenti (ad esempio le lenti degli occhiali), che possono assorbire completamente la radiazione a determinate lunghezze d’onda;
  2. dalle caratteristiche intrinseche di assorbimento dell’organo considerato;
  3. dalla suscettibilità dei tessuti interessati all’assorbimento delle ROA;
  4. dalla capacità di recuperare l’organo dal danno prodotto.

La trasmissione spettrale del cristallino, varia progressivamente con l’età e ciò può influire sia sulla natura sia sul livello del rischio. La rimozione del cristallino e la sua sostituzione con una protesi artificiale, nel trattamento chirurgico della cataratta, può alterare notevolmente la trasmissione dell’occhio nella regione spettrale UV-A e aumentare l’esposizione della retina.

Effetti sulla pelle

Gli effetti più rilevanti che possono manifestarsi sulla pelle a seguito di esposizione acuta e/o cronica alle ROA sono:

  1. la fotoelastosi, effetto associato con il fotoinvecchiamento della pelle (220÷440 nm);
  2. la fotocancerogenesi cutanea (270÷400 nm);
  3. l’eritema (200÷400 nm);
  4. le reazioni fototossiche e fotoallergiche (280÷400 nm);
  5. l’immunosoppressione da RUV (250÷400 nm);
  6. la vera pigmentazione adattativa (abbronzatura) (200÷400 nm).

Misurazione delle ROA e valutazione del rischio 

La valutazione del rischio da radiazioni ottiche artificiali, effettuata anche per mezzo di misure strumentali con l’utilizzo di spettroradiometri o di radiometri a banda larga, deve verificare il rispetto dei valori limite di esposizione riportati nell’allegato XXXVII del D. Lgs. 81/2008.

Il rischio da radiazioni ottiche artificiali è piuttosto diffuso, in quanto diverse sorgenti artificiali di radiazioni ottiche possono essere presenti nei luoghi di lavoro, in modo più frequente soprattutto in particolari comparti produttivi. È per questo che in molti ambienti di lavoro la valutazione del rischio da radiazioni ottiche artificiali diventa un’operazione indispensabile.